27.11.2019

Con Simone Moro per il prossimo progetto alpinistico, affiancato da Tamara Lunger

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Con Simone Moro per il prossimo progetto alpinistico, affiancato da Tamara Lunger

Simone Moro e Tamara Lunger hanno annunciato la meta della loro prossima spedizione invernale: il concatenamento del Gasherbrum I e Gasherbrum II, due montagne sopra gli ottomila che fanno parte della catena del Karakorum. Un progetto alpinistico e di ricerca in cui Simone Moro sarà accompagnato da Gruppo Autotorino, dei cui valori è Ambassador.

 

Per Simone Moro nuova sfida agli ottomila in invernale.

Nell'estate del 1984 Reinhold Messner e Hans Kammerlander realizzarono la prima salita e traversata di due cime, il Gasherbrum I (8.068 m) e il Gasherbrum II (8.035 m). A 35 anni di distanza vogliamo riproporre la stessa avventura ma nella stagione più difficile, l’inverno, tentando di concatenare le due cime di 8000 m. Nessuno in tutti questi anni ha mai ripetuto questa traversata, neppure d'estateracconta Simone Moro. “A differenza di come è stato fatto 35 anni fa, proveremo a riproporre questa grande avventura basandoci sulla nostra esperienza con le salite invernali. Divideremo realisticamente il progetto in due: tenteremo inizialmente la salita del Gasherbrum I, raggiunto per la prima volta in inverno il 9 marzo 2012 dagli alpinisti polacchi Adam Bielecki e Janusz Golab (salita mai più ripetuta). La seconda parte sarà l'ascesa del Gasherbrum II partendo direttamente dal colle che separa le due cime”. La partenza della spedizione alpinistica, prevista per la metà di dicembre sarà preceduta da un processo di acclimatamento e adattamento alla quota di quattro settimane all’interno di terraXcube, l’infrastruttura di ricerca di Eurac Research, partner scientifico del progetto, che simula le condizioni climatiche più estreme del pianeta Terra, dalle tempeste sulle vette dell’Himalaya al caldo torrido dei deserti nordafricani.

 

Non solo alpinismo: un contributo alla ricerca

Questo progetto, che vedrà sempre 'in cordata' il Gruppo Autotorino con Simone Moro, va oltre la dimensione sportiva ed avventurosa. Contribuisce a supportare infatti i ricercatori di Eurac Research, che investigheranno nella camera ipobarica i processi di acclimatamento pre-spedizione e monitoreranno il de-acclimatamento una volta che Simone e Tamara saranno tornati dalla missione reale. Saranno osservati gli impatti dell’alta quota sul cuore, sulle funzioni respiratorie, cognitive e metaboliche e monitoreranno come e quanto a lungo permangano gli effetti dell’acclimatamento una volta scesi di quota. Queste informazioni saranno preziose per tutto l’ambiente alpinisticoper le attività sportive e quelle lavorative e professionali che hanno a che fare con la quota e le attività in ipossia. Obiettivo dello studio è valutare la reazione dell'organismo quando ci si trova in uno stato di ipossia generale, condizione che si crea in mancanza di ossigeno: condizioni in cui aumenta il rischio di malattie d’alta quota e di evenienze anche mortali come l'edema cerebrale o polmonare. L’unico modo per prevenirle è effettuare un corretto acclimatamento, esponendo il proprio fisico lentamente all’altitudine per adattarlo alla nuova condizione. Conoscere sempre più a fondo, quindi, come reagisce l’organismo all’ipossia significa migliorare la sicurezza delle spedizioni alpinistiche, ma anche di chi lavora ad alta quota, per esempio squadre di soccorso, piloti, coloro che compiono missioni umanitarie e coloro che lavorano per la costruzione e manutenzione di infrastrutture.

 

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