18.01.2021
Mercato auto: riequilibrare il divario tra produzione e domanda. Il presidente di Autotorino Plinio Vanini intervistato da La Provincia.
Una radiografia del mercato auto quanto emerge dall'approfondita intervista che La Provincia, lo storico quotidiano delle province di Como, Sondrio e Lecco, ha sviluppato con Plinio Vanini, presidente del Gruppo Autotorino. E con essa emergono non solo constatazioni sullo stato attuale del mercato, attraverso l'emergenza COVID e tutti i mutamenti acceleratisi in questo periodo, ma anche riflessioni a lungo periodo e a tutto tondo sul settore. Riportiamo di seguito alcuni spunti, tratti dallo speciale 'Imprese e Lavoro' in edicola oggi, 18 gennaio 2021, a pochi giorni dal nuovo passo di crescita che ha portato il Gruppo Autotorino ad acquisire due nuove filiali a Verona.
La reazione alla crisi di Autotorino: relazione con il cliente e continuare gli investimenti nello sviluppo
Abbiamo continuato a fare due cose: non togliere nemmeno un centesimo agli investimenti programmati in innovazione e sviluppo e mettendoci in sempre più stretto contatto con i nostri clienti, facilitando al massimo la loro relazione con noi. Da anni investiamo in tutto ciò, in una strategia che nel 2020 ci ha comunque consentito, rispetto a un mercato che sull’anno ha perso il 27%, di limitare la nostra perdita non oltre il 10%. E in relazione all’andamento generale siamo molto soddisfatti di questo. Nel 2021 andiamo avanti con molta determinazione. Abbiamo deliberato importanti investimenti nel settore tecnologie e sviluppo, in cui diamo lavoro a molti giovani, visto che tutta la parte technology in azienda rappresenta un'opportunità professionale soprattutto per i giovani. Sono convinto che un’azienda cresca mettendo al centro clienti e persone e continuando ad avere capacità di aprirsi e confrontarsi, se porta a bordo giovani di qualità, capaci di esprimere innovazione e idee. Credo che un imprenditore debba avere questo coraggio ora come non mai. È importante guardare al futuro con fiducia e cercare gli strumenti per costruire il domani.
Bene gli Ecoincentivi per il mercato auto e per la filiera, ma non bastano. Fiscalità sull'auto ed equilibrio tra produzione e domanda i nodi aperti
Gli incentivi sono uno stimolo temporaneo del mercato e garantiscono la continuità produttiva alle filiere dell'Automotive, con il loro indotto occupazionale. Tuttavia l'Italia è "fanalino di coda della UE nell’affrontare il tema della fiscalità delle aziende, punto su cui non siamo allineati agli altri grandi Paesi europei con cui potremmo competere a fiscalità paritetica." Fiscalità che dovrebbe essere rivisitata anche per quanto riguarda anche la gestione delle vetture aziendali "ciò faciliterebbe l’immissione sul mercato anche di veicoli usati molto freschi, con rottamazione di veicoli obsoleti e con più facile accesso per un pubblico con meno capacità di spesa." Un altro fronte caldo del mercato auto, rimarcato da Plinio Vanini già ad inizio dell'emergenza pandemia, è la riscrittura concordata dei rapporti tra Costruttori e Concessionarie Auto: "produrre in sovrannumero mette a dura prova e sotto stress la redditività delle imprese della filiera. Dall’altro lato, tentare di non ridurre la capacità produttiva mette di meno sotto stress l’occupazione. Ma se il mercato non riesce più ad assorbire le vendite si arriva comunque a un punto di non ritorno per tutti, che ritengo sia già arrivato visto che il mercato è in calo del 27%. È il solito cane che si morde la coda. Il Covid ha rallentato le produzioni, quindi essendoci meno prodotto sul mercato vediamo una capacità produttiva più vicina alla domanda. Ma è evidente che quando il ciclo produttivo riprenderà a pieno ritmo, con questo mercato avremo di nuovo un grande problema."